LA FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE
16 luglio 2025
BASILICA del CARMINE MAGGIORE
Piazza Mercato – NAPOLI
di Luciano Troiano
“A Maronna t’accumpagna”. E’ uno degli auguri
più belli, antichi, usati e dolci che viene usato a Napoli nei confronti di chi
si mette in viaggio. La devozione per la Madre di Gesù è fortissima nella
capitale partenopea. Prova ne sia il numeroso popolo che il mercoledì affolla
la basilica del Carmine in piazza Mercato celebrata anche nella bella poesia di
Ernesto Murolo “O miercurì d’ ‘a Madonna o Carmene” dove descrive“una folla di gente patita ed afflitta
che ricorre alla dolce Mamma non sapendo a chi rivolgersi se non a Lei come
ricorda anche la Supplica di Bartolo Longo.
La
chiesa del Carmine si trova in una dei quartieri più popolari della città.La
tradizione racconta che alcuni monaci, fuggendo dalla persecuzione dei saraceni
in Terra Santa, portarono un'immagine della Madonna Glicofilusa da essi
venerata sul monte Carmelo e si insediarono in una piccola cappella dedicata a
san Nicola dove collocarono l'immagine della Madonna in un luogo detto “la
grotticella”.
Il
primo documento storico della presenza dei carmelitani a Napoli risale al 1268,
quando i cronisti del tempo descrivono il luogo del supplizio di Corradino di
Svevia nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria del Carmine.
La Basilica della Madonna del Carmine con il campanile e piazza Mercato
In
realtà, l'icona della Vergine Bruna è del tipo detto “della tenerezza” in cui i
volti della Madre e del Figlio sono accostati in espressione di dolce intimità secondo
il modello bizantino della Madonna Glykophilousa
Il crocifisso miracoloso
Nella
basilica riposa Corradino di Svevia il cui corpo, nel corso della seconda
guerra mondiale, è stato oggetto di morbosa ricerca da parte dei nazisti
tedeschi. In passato, prima che la dinastia borbonica ne ordinasse la
rimozione, nel tempio riposava anche Masaniello.
La chiesa della
Madonna del Carmine ospita anche il miracolo del crocifisso che è legato alla
lotta, nel secolo XV, tra gli Angioini e gli Aragonesi, per il dominio di Napoli. Renato d'Angiò aveva
collocato le sue artiglierie sul campanile del Carmine, trasformandolo in vera
fortezza, quando Alfonso V d'Aragona assediò
la città, ponendo l'accampamento sulle rive del fiume Sebeto.
Il 17
ottobre 1439 l'infante Pietro di Aragona fece
dar fuoco a una grossa bombarda detta la Messinese, la cui grossissima palla, ancora
conservata nella cripta della chiesa, sfondò l'abside della chiesa e andò in direzione del capo del
crocifisso che, per evitare il colpo, abbassò la testa sulla spalla destra
senza subire alcuna frattura. Il giorno seguente, mentre l'infante Pietro dava
di nuovo ordine di azionare la Messinese, un colpo partito dal campanile, dalla
bombarda chiamata la Pazza, gli troncò il capo. Re Alfonso tolse l'assedio ma
quando il 2 giugno 1442 entrò trionfalmente in città, il suo primo pensiero fu
di recarsi al Carmine per venerare il crocifisso e, per riparare l'atto insano
del defunto fratello, fece costruire un sontuoso tabernacolo.
Edicola della Madonna Bruna
Nel 1500 in
occasione dell'Anno Santo la confraternita dei Cuoiai portò a Roma in
processione il crocifisso e la Madonna Bruna. Numerosi miracoli si verificarono
nel corso del pellegrinaggio: l'immagine rimase per tre giorni nella basilica
di San Pietro in Vaticano, durante i quali, sparsasi la fama dei suoi prodigi
in Roma, tutti i fedeli furono attirati a essa, tanto che il papa Alessandro
VI, temendo che il fervore dei fedeli si attenuasse nella visita delle
basiliche, ne ordinò il rientro a Napoli. L'icona della Madonna fu spostata
sull'altare maggiore e successivamente posta in una cona di marmo, con figure
di profeti, opera attribuita ai fratelli Malvito che operarono a Napoli tra il
1498 e il 1524.
Dopo eventi così
sorprendenti, Federico d'Aragona ordinò che per il 24 giugno, giorno di
mercoledì, tutti i malati del regno si portassero al Carmine per implorare la
sospirata salute. Infatti, nel giorno stabilito, alla presenza dei sovrani e
del popolo, durante la consacrazione, un raggio di vivissima luce si posava
contemporaneamente sull'icona della Bruna e sopra gli infermi, i quali in un
istante furono guariti o videro alleviati i loro mali. Da allora si scelse il
mercoledì come giorno da dedicare tutto alla Madonna Bruna, e ancora oggi, dopo
500 anni, numerosi fedeli vengono in pellegrinaggio da ogni parte della città e
della provincia, per deporre ai piedi della Mamma d'o Carmene un fiore, una
preghiera, un ringraziamento.
La navata centrale della Basilica della Madonna del Carmine
Del campanile della chiesa si parla, per
la prima volta, nel 1439 durante la guerra tra Angioini e Aragonesi. Più volte
danneggiato e ricostruito assume l'aspetto attuale nella prima metà del XVII
secolo. Nel marzo 1762 è stato colpito da un fulmine. I primi tre piani sono
costruiti nello stile ionico, dorico e corinzio, e si devono all'architetto
Giovan Giacomo Di Conforto. Questa parte, iniziata nel 1615 con la offerta di
150 ducati, venne completata nel 1620. Nel 1622 fu innalzato il primo piano ottagonale
sotto la cui cornice si legge un'iscrizione; nel 1627 fu portato a termine il
secondo piano ottagonale e nel 1631, il domenicano fra Giuseppe Nuvolo, costruì
la cuspide ricoperta di maioliche dipinte. In cima troneggia la croce, su di un
globo di rame del diametro di 110 centimetri. L'intera struttura è alta 75
metri. Deve la sua notorietà oltre alla bellezza, al famoso “campanile
incendiato” che simboleggia la vittoria dei cristiani sui saraceni.
Il campanile del Carmine circondato dai fuochi pirotecnici
Il
programma della festa in programma quest’anno è particolarmente ricco sia dal
punto di vista civile che religioso. Piazza Mercato sarà animata da stand,
punti ristoro e martedì 15 luglio, alle 21 si svolgerà il concerto di Raffaele
Converso Sextet cui seguirà il tradizionale, atteso e seguitissimo incendio del
campanile.
Il programma religioso della festa in onore della Madonna del Carmine
Fonti:
Comune di Napoli.it
Chiesa di Napoli.it
Basilica Maggiore del Carmine di
Napoli
La devozione popolare a Napoli di
Giulio Mendozza
Napoli velata e sconosciuta di
Maurizio Ponticello
Un giorno con San Gennaro di Maurizio
Ponticello
Maronna d’ ‘o Carmene di Lucio Maria
Zappatore O. Carm.
Foto credit:
Sergio Valentino
Maurizio Rea
Luca Aless
Come arrivare a Piazza Mercato - Napoli